VERONA – L’Italia investe ancora troppo poco in politiche educative rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea e questa scarsa attenzione può essere considerata uno dei fattori che intensificano i problemi dell’istituzione scolastica prima e del mondo del lavoro poi: basso livello di competenze degli studenti, alti tassi di dispersione scolastica, scarsa mobilità intergenerazionale, aumento del fenomeno dei NEET, giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione (Ciarini, Gianicola, 2016).
È vero che questi problemi sono stati accentuati dalla pandemia, ma è anche vero che l’emergenza pandemica ha fornito poi l’occasione di ridare centralità ad un concetto fondamentale, ovvero che la scuola debba essere integrata nella comunità perché l’educazione, il benessere e la crescita di bambini e ragazzi è una responsabilità condivisa.
Si parla sempre più spesso infatti di “comunità educanti” cioè di quell’insieme di relazioni di collaborazione e costruzione di legami solidi costituiti e alimentati dagli attori territoriali che si impegnano a contribuire e potenziare l’offerta educativa e le opportunità per le nuove generazioni. Le comunità educanti hanno ancora una forte natura spontanea con collaborazioni formalizzate attraverso alleanze più o meno strutturate. I soggetti che si occupano di sostenere la comunità educante sono tutti coloro che operano nel territorio attraverso diverse attività, con diversi scopi e intensità di azione: genitori, associazioni di diverso tipo, organizzazioni religiose, Terzo Settore, aziende e istituzioni.
È nello spirito del concetto di comunità educante che CSA a Verona ha coltivato e rafforzato diverse collaborazioni con alcuni degli Istituti Scolastici presenti sul territorio della III Circoscrizione dove opera nell’erogazione dei Servizi Educativi Territoriali (S.E.T.) per conto del Comune di Verona con assegnazione attraverso appalto pubblico.
In queste collaborazioni si è potuto sperimentare il ruolo degli educatori nella partecipazione al welfare territoriale e nella concretizzazione di una comunità educante.
In particolare i progetti che sono stati portati avanti già prima del COVID e che sono stati ripresi non appena se n’è presentata l’occasione sono:
- SLIDING DOORS: un progetto dedicato ad un gruppo di studenti che sono a rischio o in situazione di dispersone scolastica e necessitano di trovare nuove risposte e motivazioni tali da poter riprendere la gestione della propria vita. Attualmente la collaborazione è con l’Istituto Superiore Professionale Statale Sanmicheli. Il percorso consta di un incontro settimanale di 3 ore, da svolgersi in alternanza alle ore scolastiche del venerdì mattina, in cui i ragazzi incontrano gli educatori per avere uno spazio di accoglienza e di ascolto e per rafforzare competenze, abilità e attitudini ritenute chiave nel processo di costruzione del proprio percorso scolastico e di vita. Il progetto nasce sulla base dei recenti studi e ricerche che sottolineano come il fenomeno della dispersione scolastica non è determinato solo da fattori legati all’orientamento formativo ma anche alla condizione familiare, sociale e personale.
- PORTE APERTE: un progetto dedicato agli studenti delle scuole presenti sul territorio. Attualmente la collaborazione è con l’Istituto Superiore Professionale Statale Sanmicheli e la Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo Istituto Comprensivo 06 Chievo-Bassona-Borgo Nuovo di Verona. Ogni classe ha l’opportunità di avere un incontro con gli educatori presso la sede del Centro Aperto Amico e del Centro Ragazzi, con lo scopo di conoscere i servizi offerti dal Comune di Verona attraverso la Cooperativa e avere un assaggio delle attività che vengono svolte, decidendo eventualmente di iscriversi. Inoltre, per le classi quinte dell’Istituto Sanmicheli ad indirizzo socio-sanitario è una possibilità di conoscere il mondo lavorativo nell’ambito educativo e socio-assistenziale.
- LABORATORI NELLE SCUOLE “Identità e crescita”: un progetto dedicato ai gruppi classe delle scuole presenti sul territorio, Attualmente la collaborazione è con l’Istituto Superiore Professionale Statale Sanmicheli. Gli educatori, partendo dai bisogni individuati dai docenti o intercettati poi dalla loro stessa esperienza con i ragazzi, realizzano interventi puntuali nelle scuole con gli studenti: laboratori sulle emozioni, sul tema dell’identità e dell’autostima, sulla motivazione allo studio etc. Lo scopo di questi progetti è di dare uno spazio di ascolto e accoglienza ai ragazzi, avere un momento di riflessione, condivisione e dove potersi mettere in gioco, ampliare le visioni e le possibilità di azione e di scelta, creare un clima di fiducia e apertura all’interno del gruppo classe.
Come è possibile intuire, nella realizzazione concreta dei diversi progetti e dunque della costruzione reale di reti di collaborazione e proposte utili, educative e trasformative per gli alunni, un ruolo decisivo è giocato dall’educatore. È questa infatti la figura che si inserisce tra i diversi attori per costruire dei legami e dare avvio alla realizzazione di attività educative; che è accanto ai ragazzi, ne intercetta e “traduce” quando necessario i bisogni; che aiuta i giovani e futuri cittadini/membri della comunità a trovare la loro strada.
Per questo motivo vogliamo dare voce a ciascuno di loro, perché ci aiutino a rendere più ricco e completo il racconto di queste esperienze spiegandoci cosa significa la loro esperienza professionale in questo tipo di attività con i ragazzi:
“Il percorso Identità e crescita è stata un’esperienza stimolante ed arricchente. Ci siamo rese conto di quanto i ragazzi sentano il bisogno di essere visti ed ascoltati anche all’interno della scuola, luogo dove passano gran parte della loro giornate. Sarebbe bello poter ampliare questi momenti, creare più finestre di ascolto e condivisione, che permettano di creare ponti tra le persone e favoriscano un clima più positivo e sereno all’interno delle classi e della scuola.” (Francesca e Marta)