BAGNOLO SAN VITO (MN) – Quando si sale su un palco, si recita o si prende possesso della parte più intima di noi stessi?
Verrebbe istintivamente di rispondere che il teatro è finzione, immaginazione, creatività e che la realtà è ben altra cosa e che il palco è semplicemente uno strumento per evadere dalla fatica del quotidiano. Ma è davvero così?
Se ci soffermiamo un momento a riflettere ci accorgiamo che quando il sipario si apre ci si espone totalmente, le luci calano e ci si scopre nudi; privi di ogni maschera, incapaci di mentire e a stretto contatto con una parte di noi che spesso ignoriamo. Sul palco non si mente.
Ecco che allora il teatro ha il potere di abbattere ogni tipo di differenza, che sia di tipo cognitivo, intellettuale, culturale, sul palco ciò che conta è riuscire a dare accesso alla propria parte più intima, la parte più autentica di noi stessi.
Ognuno di noi ha una forza scenica che prescinde da ogni classificazione categoriale, ma che è influenzata totalmente dalla nostra capacità di slegarsi dal reale. Sembra un paradosso, ma più ci si distacca dalle contingenze della realtà, più se ne ha accesso.
Per questo il nostro percorso laboratoriale è stato fin dall’inizio in discesa, i nostri ragazzi immersi nei loro limiti sono più abituati ad accedere a questa dimensione e la loro presenza scenica si rafforza.
La tentazione in questa tipologia di laboratori è quella di calare sui ragazzi un copione artefatto, programmato che ha il rischio di violentare la loro natura, ostacolando e sporcando di conseguenza la loro potenzialità creativa.
Per questo abbiamo affrontato questa esperienza cercando prima di tutto di svuotarci di ogni nostro pregiudizio scenico, proponendo esercizi che ci hanno permesso di volta in volta di sintonizzarci con le caratteristiche uniche di ogni ragazzo.
Durante un incontro abbiamo chiesto loro di portare un oggetto a piacimento che li rappresentasse, poi gli abbiamo chiesto di raccontare al gruppo il significato che per loro avesse quell’oggetto.
Ci siamo accorti che spesso moltissime sofferenze nella nostra vita sono causate da rimpianti del passato o da aspettative sul futuro che spesso sentiamo come irraggiungibili e che per questo generano frustrazioni che ci allontanano da noi stessi, creando sensi di colpa o giustificazioni che deteriorano la possibilità di prendere decisioni nel presente. Viviamo continuamente sospesi tra quello che abbiamo o non abbiamo fatto nel passato e quello che potremmo non raggiungere nel futuro. Tutto questo ci distoglie dal presente o lo utilizziamo in maniera strumentale per non viverlo a pieno.
Da qui nasce l’idea di “Ritorno al Presente”, come Ringraziamento, perché nonostante la nostra quotidianità sia inzuppata di fatica e sofferenza, i nostri occhi nei confronti dell’esistenza, disegnino sempre sul nostro viso uno sguardo di stupore dinanzi alla realtà, perché quella realtà pur problematica esiste e la vita nonostante tutto rimane un miracolo.
Grazie a tutti quindi, ragazzi, famiglie dei ragazzi, amici, volontari e a tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno permesso la realizzazione del nostro spettacolo che si è tenuto mercoledì 26 luglio alle 18.30 presso il teatro parrocchiale di Bagnolo San Vito.