Le scuole sono finalmente ripartite e con esse tutti i vari adempimenti, comunicazioni da leggere, autorizzazioni da sottoscrivere e orari provvisori sino a quando non si sa… Con l’inizio della scuola ovviamente ritorna anche lui… il Registro Elettronico.
Ahimé, il Registro Elettronico, o meglio l’uso che se ne fa, rappresenta, a mio avviso, uno dei più grandi fallimenti dell’Istituzione Scolastica: la delega alla famiglia sulla responsabilità educativa scolastica.
È vero che l’esperienza personale passata sembra sempre la migliore, ma non è questo il caso: il buon vecchio diario di scuola era uno strumento attraverso il quale i ragazzi iniziavano a prendersi le prime responsabilità nei confronti della prima realtà educante esterna alla propria famiglia, appunto la Scuola.
Il Registro Elettronico, che sostituisce i vecchi Registri di Classe e del Professore obbligatori per legge, nasce con nobili finalità, ossia dematerializzazione, snellimento delle procedure e accesso facilitato all’informazione da parte di studenti e famiglie. Tuttavia, ritengo che, per motivi che non ho interesse né competenze adeguate ad analizzare, ne venga fatto un uso tale da ledere la relazione tra il docente e l’alunno e tale da coinvolgere il genitore là dove la responsabilità dovrebbe essere, invece, in capo all’alunno stesso e al suo docente.
Faccio qualche esempio.
I compiti per casa. Accade spesso che il compito per casa venga scritto dal docente direttamente sul Registro Elettronico e che l’alunno se lo trovi annotato appunto sul software. Questo implica il venir meno del momento in cui il docente detta al ragazzo i compiti da svolgere che a sua volta implica il venir meno del momento formale in cui l’adulto assegna al ragazzo la responsabilità di portare a termine un compito trasferendone il significato e l’importanza. Il compito per casa diventa così un mandato freddo e distante. Nel caso in cui, poi, il ragazzo non sia nelle possibilità di accedere al Registro Elettronico, la funzione è demandata al genitore che quindi assegna il compito al figlio.
Le comunicazioni scuola-famiglia. Le comunicazioni da parte della Scuola vengono trasferite attraverso il Registro Elettronico scavalcando completamente l’alunno che non sa, non si sente chiamato in causa, non è abituato a guardare oltre, non si sente responsabile di farsi portavoce di una comunicazione importante, ecc ecc.
I voti. Le valutazioni delle prove orali spesso vengono segnate sul Registro. Il ragazzo si trova quindi un voto quando l’insegnante ha il tempo di annotarlo e senza poter godere di quel momento di relazione nel quale l’insegnante propone il proprio voto motivandolo e contestualizzandolo, mettendo in evidenza le criticità, talvolta rassicurando e invitando l’alunno eventualmente a ripresentarsi. Le valutazioni delle prove scritte vengono segnate sul Registro dall’insegnante presumibilmente nel momento in cui l’insegnante stesso ha fatto la correzione delle prove e le registra (può essere anche una domenica, per intenderci). Quasi sempre accade prima di aver consegnato fisicamente la prova scritta a ciascun alunno. Spesso, poi, il genitore sa prima dell’alunno qual è la votazione ed anche in questo caso, l’alunno non si sente più in dovere di comunicare la votazione perché il genitore può accedere al Registro in qualsiasi momento. La stessa cosa vale per una eventuale nota disciplinare…
Il concetto è: “Perché devo preoccuparmi di comunicare a mamma e papà cos’è accaduto a scuola quando possono leggerlo sul Registro?”
Insomma la famiglia, che veniva presentata come la principale beneficiaria di questa innovazione, è quella che rischia di più, in termini di relazioni, a meno che gli adulti non decidano di “gettare la password” e di continuare a dedicare attenzione ai propri figli, a osservarli, a scrutare con discrezione, ad accettare anche una bugia, nell’attesa che la fiducia vinca la paura. Ma poi, non è possibile perché ad inizio anno il genitore firma un patto di corresponsabilità che vincola il genitore, tra le varie cose, all’utilizzo quotidiano del Registro Elettronico.
Per i docenti, paradossalmente, il registro elettronico, se freddamente adoperato, potrebbe diventare un mezzo esclusivo per prendere le distanze da una realtà che diventa ogni giorno più problematica, generatrice di tensioni e preoccupazioni che invadono anche gli spazi della vita privata.
Ben vengano le innovazioni tecnologiche, ma la Scuola non è un ufficio dove espletare una pratica, per la quale è nettamente preferibile la gestione telematica. La Scuola è e deve continuare ad essere una comunità educante dove l’obiettivo da raggiungere non è soltanto la crescita culturale, ma anche quella personale e sociale dei ragazzi: la famosa formazione dell’uomo e del cittadino.
Una volta eliminate le relazioni umane, seppur conflittuali, ma arricchenti e formative, nelle Scuole resterà solo il vuoto e la solitudine dei ragazzi che annegano nel mare infinito di Internet.